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Costruire una nuova casa. Perchè?

Punto primo: Una valutazione serena e cosciente dei propri fabbisogni

Mia madre la chiama “mattonite”, dice che ce l’ho nel sangue come lei; consiste nel vedere quattro pareti (non serve neanche il tetto) e già immaginarsi dentro, il colore delle pareti, la divisione delle stanze, dove mi farei aprire una finestra dai muratori, costruire una veranda dal falegname… noi in famiglia, non abbandoniamo mai una casa, semmai ne costruiamo un altra, come se quest’espandersi compensasse forse il desiderio di vite diverse, molteplici possibilità del nostro ego. Troviamo scuse del tipo: “ma i nipoti cresceranno, stiamo facendo questo per loro, pensa che bello starci tutti insieme..”. Quando poi sappiamo benissimo che vivono in America, che all’80% non avranno nessuna intenzione di tornare a vivere in Italia, se non a passare qualche giorno delle loro vacanze,(il che sembra faccia molto chic) che il loro colore preferito è il giallo ed è inutile far tinteggiare con quel bel rosa nel mezzo al quale noi ce li immaginiamo così bene…. Lo chiamate egoismo?  Tutto questo espanderci poi quanto ci costa? Quanto costa all’ambiente, in un paese con crescita zero?

Trovandomi a lavorare con la Bioedilizia ho capito l’importanza di una profonda e serena analisi dei nostri fabbisogni reali, e come prima cosa cerchiamo insieme, di prendere coscienza della situazione attuale nelle sue linee fondamentali:

  1. Nonostante, come dicevamo, siamo in un paese con crescita demografica (e al momento anche crescita economica) zero, o perlomeno molto vicina allo zero,  si continuano a costruire nuove villette, palazzi, centri commerciali, capannoni industriali. I giornali delle grandi società immobiliari offrono quotidianamente un’infinità di nuove costruzioni e non solo nelle periferie delle città, ma anche in piena campagna, sulle colline, alle pendici delle montagne, nelle vallate. In Europa il patrimonio immobiliare aumenta annualmente dell’1,5%.
     
  2. Tutto questo costruire porta inevitabilmente ad un disboscamento e spianamento del territorio il che , gradualmente trasforma irreversibilmente il paesaggio che conosciamo,  sicuramente non in meglio e con tutte le conseguenze per la fauna e la flora che conosciamo.
     
  3. Costruire una casa nuova significa anche impiegare grandi quantità di materiali non riciclabili nella maggior parte dei casi, che non siamo in condizione di smaltire in modo ecologico.
  4. Una casa nel verde o con un grande giardino, ha bisogno senz’altro di molta più manutenzione (un servizio di giardinaggio ad esempio) e a sua volta ci porta a consumare più energia di qualsiasi altra abitazione.  Si consuma più energia, se la casa è in campagna e isolata (quasi sempre è il nostro sogno, e non quello dei nostri figli) anche per i trasporti, per raggiungere il lavoro, per fare la spesa, per andare a scuola.

 

Dopo aver preso coscienza e analizzato questi quattro punti è bene chiederci se non possano esistere soluzioni alternative che soddisfino le nostre esigenze in un modo meno oneroso e meno incisivo per l’ambiente, come per esempio la ristrutturazione di una casa già esistente, invece di creare spasmodicamente nuove costruzioni, nuove edificazioni.

Anche l’idea di abitare in una villetta a schiera , bi o trifamiliare sicuramente comporta più confort abitativo, migliori collegamenti con il luogo di lavoro, rapporti con vicini e amici, più opportunità per i bambini di giocare insieme e tante altre comodità.

Analizzare i propri fabbisogni abitativi significa anche  essere realisti, non solo ecologicamente compatibili,è inutile pensare di volere 10 stanze (ovviamente dico per eccesso) quando queste 10 stanze saranno, dovuto alla mancanza di spazio, piccole, mal areate e invivibili. Avete 10 figli? O volete assumere 50 dipendenti? Insegnategli o pretendete che imparino a convivere insieme, rispettandosi. Sappiamo che è recente la polemica sugli uffici“Open space”, prima meravigliosamente esaltati e adesso accusati di diminuire il rendimento per mancanza di privacy. Scusate, ma a mio vedere, è dell’uomo o figlio che sia(in quanto soggetto), che dobbiamo preoccuparci in questo caso, una volta che la bioedilizia ha messo a disposizione un ambiente salubre e confortabile per vivere e lavorare, il compito passa allo psicologo o all’addetto delle Risorse Umane, non si può fare o risolvere tutto nella vita (sicuramente non in questa sede).

 

Scegliere la mano d’opera:
 

Per questo tipo di pianificazione e progettazione iniziale concettuale quindi, è fondamentale rivolgersi ad un architetto possibilmente che lavori con la Bioedilizia, non a un geometra perché magari è meno caro, o ad un ingegnere che non studia esattamente questo tipo di cose,ma che comunque ci sarà necessario per decidere le fondazioni e la parte strutturale. È come chiedere a un imbianchino di dipingerci la cappella Sistina, o ad una persona che sa costruire ponti, grattaceli, opere dai calcoli difficilissimi, il nostro efficiente capanno degli attrezzi. Sicuramente qualcuno ci riuscirebbe e lo farebbe pure, ma dobbiamo tenere sempre presente che non è il suo mestiere.

Non risparmiamo mai sulla mano d’opera specializzata! Sappiate che assoldandola, nel tempo, nella salute e nel portafoglio, ci guadagnerete sempre. Un bravo muratore è sicuramente meglio di tre muratori improvvisati, un bravo idraulico saprà consigliare persino l’architetto più esperto, e invece di fare la cresta di pochi euro su un impianto scadente, guadagnerà per sempre la stima e la fiducia del committente e sicuramente non rimarrà mai senza lavoro. Sono persone rare, teniamocele da conto!

Sono sicura che se fossimo noi stessi, i muratori, gli idraulici, i falegnami, gli elettricisti e i pittori della nostra casa ci impegneremo al massimo, studiando, informandoci, allenandoci come e più, di un atleta in vista delle Olimpiadi, scegliendo i materiali migliori ed evitando sprechi, perché l’ambiente in cui sogniamo di vivere e lavorare sia realizzato con amore, competenza e rispetto. Sicuramente a tutto questo daremmo anche il giusto valore, perciò riconosciamolo anche agli altri, a chi lo fa per noi con la nostra stessa passione.

Chi comincia bene è già a metà dell’opera…

Ristrutturare e riciclare una casa o un appartamento esistente fa parte di questo rispetto e, nell’obiettiva analisi dei nostri fabbisogni, che faremo prima di cominciare a progettare, ricordiamoci di quello che disse J.F.Wilder: “Edilizia ecologica non significa rinunciare a qualcosa e pagare di più, al contrario significa alta qualità, alta qualità degli ambienti costruiti e alta qualità dell’abitare. Evitare gli sprechi non significa rinuncia, ma più razionalità e più economia.”

Assimilato questo, e dopo aver elencato i vostri reali fabbisogni, non abbiate reticenze a discutere a fondo punto per punto, con il vostro architetto, il rapporto di chiarezza e fiducia tra voi è di fondamentale importanza.

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