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Calcestruzzo: l’acqua

L’acqua d’impasto ha la funzione d’idratare il legante, di bagnare l’aggregato, in modo da favorire l’aderenza con la pasta legante, e di portare la massa alla consistenza voluta, come richiesto dalle condizioni di trasporto, di getto e di costipamento.

I principali effetti nocivi che possono essere provocati dal contenuto d’impurezze nell’acqua d’impasto sono: variazioni dei tempi di presa, riduzione delle resistenze finali, efflorescenze e macchie superficiali e, non ultima per importanza, corrosione delle armature.

Qualità dell’acqua d’impasto

Sostanze che agiscono sulle resistenze meccaniche

La maggior parte delle acque naturali è da ritenersi idonea all’utilizzo come acqua d’impasto. Per il calcestruzzo non armato, si ammette la possibilità d’impiegare acqua di mare o salmastra, qualora le circostanze l’impongano. Entrambi i tipi di acqua devono però essere esclusi nelle opere in calcestruzzo armato a causa dell’influenza dei cloruri sulla corrosione delle armature.

Di tutte le sostanze contenute nell’acqua, quelle che al disopra di certe concentrazioni possono modificare lo sviluppo delle resistenze meccaniche sono i carbonati, i solfati e i cloruri.

I dati della letteratura indicano che una quantità di carbonati e bicarbonati fino a 2000 ppm può essere tollerata senza eccessivo danno. Gli effetti delle due sostanze sono diversi tra loro e per differenti tipi di clinker e, nel caso dei carbonati si può avere, secondo le quantità, azione accelerante o ritardante sull’indurimento. È buona norma effettuare una prova di resistenza a compressione e la misura del tempo d’inizio presa, quando nell’acqua d’impasto il contenuto di una delle due sostanze superi 1000 ppm.

I solfati e i cloruri possono essere tollerati in quantità elevata senza che le resistenze meccaniche debbano risentirne. Il cloruro sodico non ha influenza sullo sviluppo delle resistenze meccaniche sino a concentrazione del 2%, mentre ne ha molto poca fino a concentrazione del 5%. Il timore di un’azione disgregante da parte dei solfati contenuti nell’acqua d’impasto non è molto giustificato. Un tal evento potrà verificarsi solo se il contenuto di S03 dell’acqua raggiunge valori molto elevati. Dai dati della letteratura si desume che, ai fini della resistenza meccanica, si può ritenere idonea un’acqua nella quale la concentrazione totale dei cloruri e dei solfati sia pari a 10.000 ppm cioè 1% in peso.

La presenza di solidi sospesi può aumentare in modo indesiderabile il tempo di presa del calcestruzzo. Pertanto, un’acqua torbida dovrebbe essere lasciata decantare in vasche, prima dell’uso.

Sostanze dannose ai fini della corrosione delle armature di acciaio

Per la corrosione dell’acciaio immerso nel calcestruzzo, ha molta importanza il contenuto di cloruri.
Il massimo contenuto di cloruri accettabile nell’acqua d’impasto deve essere tale che la quantità totale di cloruri nel calcestruzzo, apportato dai vari materiali componenti, – espresso come percentuale di cloruri rispetto alla massa di cemento – non superi prefissati valori (0,20% in presenza di armature di acciaio normali e 0,10% in presenza di armature di acciaio da precompressione).

In modo del tutto diverso si comportano i solfati i quali reagiscono con 1’A1203 scomparendo dalla fase liquida e pertanto non sono d’interesse ai fini della corrosione.

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